sabato 5 settembre 2015

20 Righe e l'Europa dei Popoli

Cosa e chi si nasconda dietro le guerre nel vicino e lontano Oriente, in Africa, nessuno lo sa, anche se molti ipotizzano. Fiumi d’inchiostro per descrivere gli interessi di Stati Uniti, Russia e Monarchie del Golfo. Insomma nulla di nuovo, tranne per la variabile di migliaia e migliaia di perone in fuga. Uomini, donne e bambini che si imbarcano su gommoni, carrette del mare o navi senza pilota con la speranza di vivere. L’Europa è una fortezza e si divide tra accoglienza e muri, tra dinieghi e solidarietà, tra mancanza di norme e regole restrittive. E intanto la gente muore. Muore nel Mar Mediterraneo inghiottita dalle onde, bruciata dal sole, divorata da fame e sete. Muore sotto i camion, nei container. Il mondo si ferma per la foto del piccolo bimbo siriano riverso senza vita sulle spiagge turche. E poi? Dimenticherà ancora? Già perché non fanno più notizia i bambini con lo stomaco ingrossato dalla fame, quelli che sniffano colla, quelli rapiti, abusati sfruttati. I bambini: futuro e speranza del mondo.
Capi di Stato e Governo lavorano, promettono: carcere a chi sorpassa recinti o vie di accoglienza. Si indicono vertici in giacca e cravatta, mentre c'è chi non ha neanche una tenda sotto cui dormire.
Peccato che la geopolitica non sia gestione dell'emergenza e ciò che ora viviamo nasce da ieri, come ciò che ci sarà domani è determinato dall'oggi. Ma questo lo sanno bene tutti coloro che siedono sulle vere poltrone di comando, altra cosa è la gestione delle informazioni, del caos mediatico che propone centinaia d'informazioni aiutando l'oblio. 
Sembra così lontana l’Europa sognata da Adenauer, De Gasperi e Schuman in cui non vi era dubbio sulle radici che determinavano lo sguardo sull’uomo e per l’uomo. Non l’Europa della BCE, suddito, ma l’Europa dei Popoli.